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Rovisto nella mansarda della mia mente.
Palpita un religioso equilibrio.
A piedi scalzi, con controllati passi,
scanso infiniti ricordi.
Del silenzio, afferro le mani
e lentamente, su me stesso volteggio.
Che odori e quanti colori intorno a me!
E poi dicono che non ho niente.
Sorrido…
E’ perchè non vedono i miei nascosti tesori.
Non sanno che in questo luogo
la ruggine non logora e i furfanti non portano via.
Tiro un sospiro lunghissimo,
che laggiù, segretamente porterò.
Mi fermerei qui per sempre…
ma là fuori, il tempo, chiede di me.
Una risposta a La mia mansarda