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Ultimo aggiornamento 9 Aprile 2011

Come, dove e perché nasca un pensiero è laborioso comprenderlo.
A volte la musa ispiratrice é il tutto, altre volte il niente.
Eppure dal caos non può nascere l’ordine;
Così come dal nulla non può emergere alcunché.
 
Ma succede che ti ritrovi con l’irrefrenabile impulso di scrivere e lo fai di getto,
senza riflettere, come chi cadendo, trova un appiglio e lo afferra.
 
Non sai cosa ne uscirà fuori, eppure esterni senza riserva alcuna le trepidazioni.
Riesco a sentire la mia voce dentro di me e senza censura su questi fogli la riverso.
 
Che senso ha conquistare il mondo, sapendo che quello non sarà il tuo scopo?
Raggiungere la meta, consapevole che indietro tornerai?
Afferrare ciò che brami, se prima o poi ti sfuggirà di mano?
Diventare importante, se per te importante non ha alcun valore?
Guadagnare danaro, per poi inutilmente spenderlo?
Girare il mondo, se il mondo è dentro te stesso?
 
E’ quasi tutto pumbleo qui.
Alludo alle cose materiali che mi circondano.
Palazzi, asfalto, tonnellate di cemento ovunque.
Per fortuna sul mio petto c’é un sempiterno arcobaleno!
 
Il tempo sembra farsi beffa di me.
Il frastuono della città mi cinge i fianchi in ogni momento.
Come un cilicio porto scomodamente indosso i ricordi.
 
Mi mancano le cose più semplici e che già sapevo mi sarebbero mancate.
Ti chiedi pure cosa ?!
Il mio sole. Il mare. La mia stanza. Il mio pc.
Clara e Zara. La mia veranda. Il mio letto. I miei alberi.
La mia città. Il mare. L’aria di casa mia. La mia sedia.
La mia bambolina. Il caffè che mi faceva Dani.
Le partite di calcetto. La mia intimità. L’armadio dei miei ricordi.
Il mio cuscino. La mia doccia. Il lungomare.
Il mare. Le mie piante. I miei colori. I miei odori.
Le persone che amo. Giocarmi il lavoro. Il mio rifugio.
Il mare. Il mio cielo. Le mie riviste.
Il mare, il mare, il mare, il mare, il mare.
 
Da quando sono qua, non ho mai smesso di pensarlo
e sono certissimo di mancargli, almeno quanto esso manca alla mia persona.
 
Vivrei di sabbia, mare appunto, sole e un tozzo di pane secco al dì;
E mi ritrovo qua, in assenza delle semplici cose
che mi hanno da sempre formato, forgiato, nutrito e sostenuto.
 
Ma tutto questo tu non l’hai ancora capito e forse,
a motivo di quel magico, inesauribile, prezioso, sempiterno arcobaleno.
 
(14 Gennaio 2007)

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2 risposte a Un sempiterno arcobaleno