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Ultimo aggiornamento 7 Marzo 2011

Come poche volte é accaduto, mi accingo a scrivere sapendo in anticipo ciò che inciderò e in che misura lo farò. Ovvio, non l’avevo mica previsto, specie in questo frangente e a tale orario.

Parlo con te ormai da lunghi giorni e non so quanto la vita da te si sia allontanata, ma so che l’ha fatto. Sei nella mia mente in questo momento come un pensiero ricorrente, come un appuntamento quotidiano, forse come una giornata vissuta e stravissuta,
eppure é come se fossi nei miei pensieri per la prima volta.

Stanotte ho avuto la risposta che forse cercavi.
No, non é per farti coraggio che ti scrivo quello che nell’animo arde,
anche perché questi lidi, sono al tuo essere sconosciuti,
inconsueti, inesistenti, perché neppure sai di questa riva e delle sue cadenze.

Non sarei dovuto tornare a quest’ora, come ogni lunghissimo sabato d’altronde,
eppure eccomi qui, al mio “pianoforte” (si, ora la mia tastiera la sento finalmente tale).

Ascolta. Stasera rientro in casa e la prima cosa che faccio, come d’abitudine, mi cambio nella mia stanza, affamato o sazio che sia;
Ebbene, soltanto dopo mi reco in cucina, che dalla mia cameretta dista circa due stanze, per distendermi e bere un buon bicchiere d’acqua fresca; Chissà per quale caso, dopo essermi accomodato sul divanetto, mi accorgo che sul pavimento (la luce era soffusa) c’é una strana sagoma, e soltanto dopo aver messo perfettamente a fuoco,
mi accorgo con mio grande stupore che quello che i miei occhi vedono,
é il nostro pesciolino bianco d’acqua dolce.

No, non ho sbagliato a definirlo così, perché esso non é rosso come di consueto accade,
anche se un tempo lo era, ma é nel modo in cui l’ho descritto, ovvero bianco,
così come sarebbe un fiocco di neve baciato da uno sbiadito petalo di rosa.
Non credevo ai miei occhi; Era lì, fermo, muto, immobile, spento;
Sembrava risucchiato dalla gravità, dal tempo e dall’aria;
Era come se questi elementi l’avessero schiacciato inesorabilmente al pavimento.

E’ passata forse un’ora da quando le mie dita, con la delicatezza
che certamente non mi contraddistingue, lo hanno sollevato da quella mattonella.
Non conosco il nome di quel pesce, ma probabilmente lo possiede, dato che mia madre ne assegnerebbe uno ad ogni farfalla di passaggio dalla nostra veranda,
ma so che esso é sempre lì, in cucina, nella sua trasparente casetta e ogni volta che rientro,
lo vedo gironzolare in quella boccia di vetro, e tutto ciò mi trasmette quotidianità,
familiarità, senso di calore, forza, amore, stabilità, certezza e credo anche felicità.

Quante volte sono stato lì, a contemplarlo senza pensare a niente,
ipnotizzato da quella bocca che aprendosi e chiudendosi senza sussurrare nulla,
sembrava mi parlasse, mi rimproverasse, mi consigliasse, mi consolasse.
Stanotte era lì, inerte, fermo, secco, sul quel bianco lastricato
che pareva averlo inghiottito in un respiro senza respiro.
Non saprei descrivere i sentimenti che ho provato in quell’istante,
ma so per certo che dopo un piccolissimo istante di smarrimento,
mi sono precipitato con tutto l’amore che conosco
e dopo averlo letteralmente staccato dal pavimento,
l’ho lasciato scivolare nella sua boccia ormai immobile e solitaria.

Piccola mia, queste parole che scorrono sono tutte per te,
sono la risposta alle mie preghiere probabilmente.
Non credevo che quella fragile creatura potesse mai riprendersi,
risvegliarsi, risorgere, eppure so che é ancora viva!
Mi sono sincerato nuovamente di questo pochi minuti fa e con mio grandissimo stupore, così é.

Definire la vita straordinaria é riduttivo: é di più, molto di più!
Ohoo, meravigliosa é poco; Immensa é limitato!
Lascio scivolare con quella dolcezza il tuo nome nel mio cuore,
anche se vorrei trascriverlo qui senza fine.
Non voglio raccontarti il momento in cui quel piccolo pesciolino ha ricominciato a respirare
e neppure come sia arrivato a farlo, ma voglio farti sapere che é ancora lì,
immerso nei suoi monologhi trasparenti e nelle sue ipnotiche movenze.

Ho trascritto queste parole affinché tu possa respirarle senza sapere di farlo
e per ricordarti che la forza e la luce del sole puoi sentirle anche al di là delle nuvole.
Adesso possiedo la certezza che anche tu, come il mio pesciolino bianco,
andrai oltre la vita e vi tornerai, splendente e luccicante come da sempre sei e sarai.

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