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Poesia

Nudi, spigolosi, autorevoli alberi, tagliano i ricordi.
Graffiati dal vento, pensieri solitari, sorvolano ombrelli e cappelli.

Come chicchi di riso bianchissimo,
si perdono segretamente sulla città
e nelle tasche di ogni passante, freddissime lacrime.
Fa da letto alle incontenibili malinconie, come velo di nozze, la nebbia.

Milano,

in tutta la sua tragica, agghiacciante bellezza,
appare ancora una volta,
una gelida, ineffabile,
irresistibile sposa indesiderata.

Ho pianto stanotte.

L’ho fatto con gli occhi, ma soprattutto col cuore.
Ho ripensato a quel bocciolo bellissimo, piccolo e raro che sei tu, amore.
Ho considerato tutte le volte che non ti ho innaffiata,
tutte le altre in cui non ti ho curata come avresti meritato.

Il sole picchiava forte, ma ero troppo impegnato a planare nei miei azzurri spazi,
ad ali spiegate, per impiegare le stesse e metterti al riparo dalla calura.

Avrei potuto scaldarti, quando il buio della notte portava il prepotente gelo,
ma io troppo distratto e immerso nella culla dei Continua a leggere

Ho sciupato l’abilità di renderli sempiterni.
Ho affinato tuttavia la capacità di non soccombergli.
 
Vorrebbero pioviscolare in questi giorni,
ma crudelmente gli impedisco di farlo.
Come? Semplice!
Non gli consento di germogliare,
non gli permetto di sorseggiare la vita.
 
Come un feto, essi rimangono interrati dentro me.
 
Non si ribellano,
non si lamentano, anzi, restano lietamente
rassegnati al loro infausto destino. Continua a leggere